F.I.T.A. Comitato Regionale per il Friuli Venezia Giulia - A.P.S.
F.I.T.A. Comitato Regionale per il Friuli Venezia Giulia - A.P.S.

Associazione

ZEROTRACCIA TEATRO

A.P.S.

 

Fondazione 2020

Via Sedegliano, n. 30

33033 CODROIPO - UD

 

Presidente: Andrea Grossutti

Referente: Erica Bigotto

Cell. 353-4143664

E-mail: segreteria@zerotraccia.it

Sito: www.zerotraccia.it

 

 

E TU, MUTA!

Regia di Monica Aguzzi

 

Millemosche, cavaliere senza cavallo, accompagnato dal suo fedele compare Ciabatta, incontra due compagni dal nome quanto mai eloquente, Sfortunato e Carestia, in un giorno in cui l’alternativa per tutti al morire di fame è quella di trovare i modi più strampalati per sopravviverle. Sul loro cammino compare però uno strano personaggio che li invita a desinare con lui. A quella tavola il pane fresco, una minestra calda e del buon vino faranno da contorno al racconto che quest’uomo porgerà alle loro orecchie e, visto il coinvolgimento della sua narrazione, tale da immergerli pienamente nella storia, pare riuscirà a tener lontano per un po’ anche il brontolio delle loro pance.
Barattare un po’ di compagnia con un piatto di minestra da offrire ai quattro morti di fame sarà un modo per poter rileggere il proprio viaggio; un viaggio che rassomiglia a un’odissea, ma un’odissea popolana, contadina e allo stesso tempo profondamente poetica e antica, che richiama in modo universale a un passato comune. Un passato che chiede di essere raccontato, per confermare al narratore che tutto è stato realmente vissuto e che solo un viaggio così intensamente e profondamente “navigato” può infiammare chi ascolta, al punto di considerare che, forse, la cosa che conta di più è lo stesso stare bene, “qui e ora”, assaporando del buon cibo, con un buon bicchiere di vino sospeso tra le dita, mentre si raccontano e si ascoltano storie, le proprie che diventano d’altri e quelle d’altri che diventano proprie.
Anche da fermi, seduti ad un tavolo imbandito semplicemente di prezioso cibo e amicizia, si può viaggiare, si può sentire il proprio cuore mutare, insieme alla percezione delle cose, a seconda di come il viaggio si presenta.
Un susseguirsi di immagini, quadri viventi, suggestioni e respiri, suoni improvvisi e inaspettati che ogni volta cambiano e diventano necessari al racconto e che in alcuni momenti rendono muta la ciurma, che ascolta immersa nella vitalità del Creato e si scopre circondata da suoni, musica e canti che la Natura stessa offre.
Nessun viaggio è un vero viaggio se non ci scopriamo in continuo mutamento, pronti ad adattarci a nuove terre, a nuovi incontri, a nuovi mondi, nella bisaccia il desiderio profondo di tornare a casa, prima o poi, a dare testimonianza del proprio percorso.
Il viaggio racchiude in sé anche rotte di poesia e lacrime, perdite e sorprese, solchi profondi e carezze leggere; se non è animato dal desiderio di farsi attraversare da rotte impervie e recondite non potrà generare cambiamenti e ricchezze. E tu muta invece, ciurma di questa nave che è il mondo e, se puoi, ogni tanto fallo ascoltando con tutta te stessa ciò che ti circonda… al punto di scoprirti muta, incantata ad ascoltare.

 

Baldùs -

La storia dell'ultimo condannato a morte in Friuli

di Giacomo Trevisan

 

 

“Viôt che ti rive il ben di Baldùs!” minacciavano le nonne di Codroipo ai nipoti più disubbidienti fino agli anni ’50 del ‘900. Dietro quel modo di dire c’è la storia vera dell’ultimo condannato a morte in Friuli, Angelo Balduzzo, che questo spettacolo racconta attraverso i monologhi di otto personaggi che hanno avuto a che fare con lui. Otto pezzi di storia, otto punti di vista e otto verità per cercare l’umanità nascosta in questa vicenda.

Angelo Balduzzo, un giovane di Codroipo, viene pilustrato (arruolato forzatamente nell’esercito asburgico) nel 1830; tornato a casa, si ritrova senza radici e senza futuro, ma con la ferma convinzione di doversi vendicare contro don Giovanni Bianchi, che crede responsabile del suo pilustramento. La sera del 29 giugno 1838 lo aspetta fuori casa uccidendoli con tre coltellate. Arrestato, processato e condannato, Angelo Balduzzo viene impiccato a Udine il primo di febbraio del 1839.

La narrazione si basa su una ricerca storica durata due anni che ricostruisce questa storia narrata a voce, di bocca in bocca, negli ultimi 150 anni. Questo spettacolo torna a raccontarla per dare vita a quella catena orale, per testimoniare la lotta dei piccoli che cercano il loro posto nella Storia, sbagliando, pagando sempre in prima persona, restando soffocati dal Potere.

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