F.I.T.A. Comitato Regionale per il Friuli Venezia Giulia - A.P.S.
F.I.T.A. Comitato Regionale per il Friuli Venezia Giulia - A.P.S.

El  Tendon

 

Fondazione: 1998

via della Dogana, 10

33040 Corno di Rosazzo (UD)

Referente: Franco Montina

Cell: 333.6548679

Regista: Marco Zamò

Cell: 338.5206195

E-mail: info@eltendon.it

www.eltendon.it

 

L’attività teatrale a Corno di Rosazzo inizia negli anni cinquanta per merito di Valerio Zucco. Con lui lavora Francesco Presento quale scenografo. Il repertorio del gruppo teatrale è quello delle commedie e delle farse in lingua friulana. Per non stare a elencare tutta la lunga produzione di questi cinquant’anni di attività teatrale, merita ricordare: “Il liron di sior Bortul” di G. Marioni, rappresentato nei 1958 e ripreso nel 2000. “Titute lalele” di C. Smaniotto, allestito nel 1967  nel 1995. “Une sblancjade di Pasche” di M. Gioitti Del Monaco nel 1996. Nel 1998 si ha la costituzione con atto notarile del gruppo, e assume definitivamente il nome “El Tendon”. Con la regia di Angelo Nascig vengono portati in scena “Il condot in tal ort” di L. Rocco; “Ricerche di marcjat” di R. Onagro; “Il test di sar Pieri Catus” di G. Marioni, e “Tite Strolic” di G. Marangon, quest’ultimo tuttora in cartellone.

Nel 2000 inizia la collaborazione con Marco Zamò, attuale regista del gruppo.

 

In cartellone:

Tite Strolic”  di G. Marangon

Commedia brillante in lingua friulana. Regia di Marco Zamò.

La storia narra di un giovane stolto (Checo Batecul) che si rivolge ad un indovino (Tite Strolic) per avere informazioni su una misteriosa ragazza, sparita dalla circolazione dopo un fugace e maldestro incontro avvenuto con lei nei pressi di Palmanova. L’indovino, che risulterà essere un mezzo imbroglione, non sapendo dove indirizzarlo suggerisce al giovane di cercare la ragazza in paradiso e, ispirandosi alla Divina Commedia di Dante, lo convince a recarsi nei campi alla periferia di Gonars e trovare la “selva oscura” dalla quale poi, attraverso una scala, raggiungere il paradiso. Il giovane salirà in paradiso e incontrerà la ragazza - della quale si sente attratto e innamorato - ma sarà tutto un sogno. La realtà lo vede affranto e disilluso perché lei è sposa promessa di Meni, il suo fidanzato e non c’è spazio per un secondo pretendente. Ma alla speranza non bisogna porre limiti: non si mai che la ragazza rimanga – un domani - vedova e allora per Checo Batecul si aprirebbe la possibilità di corteggiarla e, perché no, “di strissinale a ciase sò, a Rude!”

 

Comedies in famee

Due farse popolari in Friulano, regia di Marco Zamò

In quale famiglia non accadono “commedie”? In nessuna! In tutte, prima o dopo, si verificano intrighi, equivoci, incomprensioni e situazioni tragicomiche. Perché la vita è una commedia! E così anche nel nostro spettacolo.

 

URSULE

Nella casa di Ane, donna molto autoritaria, vive la nipote Lussie, rimasta orfana da piccola e per questo cresciuta dalla zia. Per Ane il cruccio più grande è quello di trovare un buon marito per Lussie che, tra l’altro, non è più tanto giovane. L’uomo che la porterà all’altare, secondo Ane, non deve essere troppo focoso, non deve fare ciò che vuole e soprattutto non deve corteggiarla solo per la dote! Che poi sarebbe la dote della zia! A risolvere la situazione si presenterà Ursule, donna di animo buono ma che la gente considera un po’ strega, la quale prima con una pozione e poi con alcune preghiere farà capire a Ane di non interferire sulle scelte della nipote riguardo al suo futuro marito e di permetterle di sposare il fidanzato Bepo, un lattoniere che dovrà pagare pegno in cambio della mano di Lussie….

 

I DOI AMANZ E LA CJAVALE

Nella casa di Toni la commedia sarà tra Anita, sua figlia, ed un corteggiatore un po’ ingenuo di nome Sergio. Quest’ultimo, un uomo ormai maturo e con la paura di rimanere scapolo, si presenta dal sig. Toni con lo scopo di conquistare la bella Anita. Il padre, un bottegaio che commercia anche cavalli, crede invece che Sergio sia venuto per chiedere di acquistare una puledra. Il problema è che figlia e cavalla hanno lo stesso nome: Anita.

Nasce pertanto un equivoco che dominerà l’intera scena: il padre parlerà di Anita, la cavalla, evidenziandone i non pochi difetti; Sergio farà invece riferimento alla figlia, preoccupandosi un po’ dei difetti elencati dal sig. Toni! Certo, non è una cosa semplice portare a casa una che scalcia e che morde appena le vai vicino! Alla fine, però, le cose andranno a posto e come in una vera commedia l’amore supererà tutte le incomprensioni e Anita e Sergio potranno sposarsi.

Rimarrà solo il problema di trovare qualcuno a cui rifilare la cavalla difettosa....

 

 

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